Gli Impresari del Rock

Impresari nati

“Uno piccolo e l’altro spilungone, sai quelle coppie nate per stare insieme, come Stanlio e Ollio, Billi e Riva, Franco e Ciccio… erano due gran simpaticoni, sempre allegri. Se non avessero fatto gli impresari, potevano essere due comici”. Così Pippo Baudo ricorda Mario Vico e Vittorio Sulpizi, i due impresari del rock, come li abbiamo chiamati. “Erano innamorati di Adriano” dice fra le testimonianze raccolte il ballerino fantasista Jack Lacayen. E la storia del molleggiato nazionale si scrive da sola, in un’Ancona dell’inizio anni Sessanta, quando al Festival dell’Adriatico, alla Fiera della Pesca, in diretta RAI, corrispondeva al Festival di Sanremo, dove l’amico chiaravallese Gianni Ravera chiamava ad aiutare per l’organizzazione proprio Sulpizi e Vico. E loro due partivano, come sempre, in giro per tutta Italia a scoprire e scritturare talenti. Ma se Sanremo punta tutto sulla canzone e sullo spettacolo, Ancona invece….

Rimane il ricordo di una stagione beat indimenticabile, dove Sulpizi e Vico, mattatori sul palco e nella vita, creano dal nulla la figura dell’impresario, destinata poi a essere protagonista di ogni varietà ed evento dove musica e paillettes fanno brillare gli occhi e sussultare il cuore…

Luca Guazzati

Sul filo dei ricordi… Mario Vico

Mario Vico nasce ad Ancona il 25 maggio del 1925 dai genitori Rutilio, famoso macellaio del quartiere adriatico, e Aldemira Freddara, che aiuta il marito in macelleria. La nonna Carola, madre di Rutilio, all’inizio del ‘900 possedeva la macelleria sotto l’arco che oggi porta il suo nome, il famoso “Arco de Carola” vicino a piazza del Plebiscito. Mario ha 4 fratelli: Aurora (1920-2004), Mary (1922-1944) che morirà durante la guerra, Rosella (1934-1995) e Giancarlo (1938).
Nel 1932, all’età di 7 anni, sua madre lo iscrive alla Compagnia teatrale dei Bambini, dove inizia ad appassionarsi al teatro e al canto. In quegli anni, quando la sera va a prendere il padre all’osteria durante la bichierola prima di cena, gli amici di Rutilio gli chiedono di cantare delle canzoni del momento e varie romanze che sa a memoria.

A quindici anni ottiene il diploma di computista commerciale e si iscrive alla “Compagnia del 21 aprile”, che aveva sede presso l’ex cinema Fiammetta-Mr. Oz, di via Damiano Chiesa. A sedici anni viene assunto dalle Ferrovie dello Stato, dove resterà fino agli anni ’70. Nel 1949 sposa l’ascolana Filiberta Fiorentini, figlia dei proprietari del famoso bar della Posta di via Villafranca, vicino piazza Roma.
Nel 1956 nasce il primo figlio, Valerio, oggi dottore commercialista, e nel 1960 la sua secondogenita, Mary, ragioniera che collabora con il fratello.
Dai primi anni ‘50, Mario e il suo grande amico Vittorio Sulpizi abitano nello stesso palazzo, in corso Amendola 42. Vittorio è più grande di Mario di 11 anni e, come lui, è ferroviere. Entrambi frequentano gli stessi ambienti animati da musica, teatro e spettacoli. Sarà per la loro conoscenza “di vicinato” e per il loro frequentare gli stessi ambienti della musica condividendo la stessa passione, che seguiranno insieme alcune rassegne canore, organizzandole prima ad Ancona e poi spingendosi fuori comune, fino a quando non capiterà l’occasione di organizzare i primi veri spettacoli.

Nel 1952 i due fondano insieme la SULVIC, che li porterà a collaborare fino alla fine degli anni ’90. In seguito, Mario continuerà a lavorare da solo come impresario e consulente teatrale, ma sempre sotto lo storico marchio “Sulvic”.

Come agenzia teatrale e come impresario, Mario Vico ha sempre operato da Ancona per sessant’anni ininterrotti, organizzando importanti manifestazioni in tutta Italia.
Dopo essere stato assistente e consulente di Gianni Ravera per circa venti edizioni del Festival di Sanremo, ha ideato e organizzato il Festival dell’Adriatico alla Fiera della Pesca per 10 anni e il Festival dell’Operetta al Metropolitan e al Goldoni di Ancona per venticinque anni. Ha rappresentato, anche in qualità di coproduttore, la “Compagnia Italiana di operette” ritenuta la migliore compagnia del settore. Per anni ha ricoperto la carica di Consigliere nazionale dell’Agis per il settore Teatro e Varietà (unico rappresentante marchigiano).

Nel 2008 il Comune di Ancona ha riconosciuto il valore e l’impegno di Mario Vico nel portare Ancona ai suoi livelli più alti conferendogli il Ciriachino D’Oro, un premio alla carriera che rese felice il grande impresario dorico prima della morte, avvenuta il 23 novembre 2010.

Sul filo dei ricordi… Vittorio Sulpizi

Vittorio Sulpizi nasce ad Ancona, nella casa di piazza don Minzoni, il 23 giugno 1914, da Giustino Sulpizi, impiegato delle Ferrovie, e Rosaria Vianale, casalinga, madre esemplare anche per le sue sorelline, Giannina ed Egle. Frequenta le scuole industriali e poi parte per fare il soldato, in tempi di guerra: prima in Libia, poi a Tripoli. Finita la guerra si sposa, nel ’45, nella chiesa del Sacro Cuore di Ancona, con Maria Benatti, insegnante elementare. Quattro i figli: Adele, Paola, Francesca Romana e Gianni. Da Ferroviere, sulla scia di suo padre, lavorerà fino al 1968 nella sede centrale del “Palazzaccio” di piazza Cavour. Un talento naturale, Vittorio, per lo show, il vernacolo, la prosa, il teatro, il cabaret… Insomma uno che il palcoscenico lo ha sempre calcato da protagonista, fin dal 1941, quando comincia da comico con barzellette e monologhi esilaranti nel vecchio teatro Rex (poi Metropolitan) di Ancona e sbaraglia tutti i concorrenti al concorso nazionale “Dilettanti allo Sbaraglio” di La Spezia. Una vis comica eccezionale che lo accompagnerà sempre nella vita, sulle orme del grande Nino Taranto. Indimenticabili negli anni ’50 i duetti con Regina Servadio, altra attrice di rango, alla Radio Rai Marchigiana. Un altro ricordo è legato alla rivista radiofonica in vernacolo “Il Guasco” in cui Vittorio aveva la parte di “Otelo” e Marcella Mariselli la parte di “Argentina”. Fortunato chi ricorda il suo personaggio “Gervasio”, davvero esilarante. Cavalli di battaglia di una radio che non c’è più. Una grande passione quella di Vittorio per il teatro dialettale anconetano, che regalerà siparietti dorici destinati a restare nella memoria popolare per mezzo secolo. Sulpizi fonda ad Ancona la Compagnia del teatro Sperimentale con Aldo Buatti e segna in modo indelebile la storia di questo “nuovo” contenitore anconitano di cultura e spettacolo, teatro e talento. Diamanti autentici le interpretazioni de “L’Imbriago” “Don Checco” (poi trasmessa da RAI 3) “U schiaffo, na carezza e trenta giorni de galera” e poi il teatro di Ancona portato in Abruzzo e in Toscana, o la trasmissione “Ancona cum’era” a Tv Marche con Bruno Bevilacqua. Arriva al fatidico 1952 già maturo ed esperto uomo di teatro e di spettacolo. E qui nasce ….la Sulvic. Dal 1952 il sodalizio con Mario Vico produrrà una carriera da impresari unica e irripetibile a livello nazionale! Anch’egli chiamato a Sanremo dal chiaravallese Gianni Ravera, contribuisce alle più riuscite e belle edizioni di quel Festival, portando al successo al contempo il Festival dell’Adriatico nella sua amatissima Ancona, quando per esempio, insieme a Mario, scoprirono e lanciarono Adriano Celentano. Poi, l’esperienza vincente e originale del Festival dell’Operetta, i tantissimi concerti come impresario dei big della canzone in tutta Italia, la gestione di successo di molti locali alla moda e la conoscenza e l’amicizia di tanti personaggi pubblici Rai (come l’anconitana Rosanna Vaudetti, uno dei volti noti della Televisione).

Il Comune di Ancona, con sindaco Del Mastro, lo rende cittadino benemerito nel 1991.

“Perdo un pezzo della mia vita – dirà alla sua morte Mario Vico, il 12 agosto 2003 – e Ancona perde un uomo artisticamente eccezionale. Ma ti dico ciao, grande Vittorio, non addio”.